Tenuta Argentiera e Raína. Una grande realtà della Costa Toscana il cui approccio molti potrebbero definire convenzionale, il cui vino più importante, oggetto del nostro approfondimento, è stabilmente tra quelli coi punteggi più alti per tutte le maggiori riviste internazionali, e una piccola cantina di Montefalco che lavora in biodinamica e che da ormai due anni preferisce non riportare in etichetta i nomi delle proprie denominazioni di origine di riferimento. Koi e Barraco. Un produttore non lontano da Modena la cui prima annata è la 2018 e il vignaiolo che più di ogni altro, negli ultimi vent’anni, ha acceso i riflettori sulla produzione non fortificata di Marsala. Oppure, ripensando al numero precedente, Ferrari e Musto Carmelitano. Un colosso da 7 milioni di bottiglie i cui vini sono presenti nella grande distribuzione organizzata di mezza Italia e una piccola cantina artigiana di Maschito, in Basilicata. E potremmo continuare a lungo.
Il percorso che ci porta a scegliere i vini presenti su ogni numero di Verticale è abbastanza articolato, frutto di un confronto che prende in considerazione aspetti anche molto diversi tra loro. Cerchiamo, naturalmente, un certo equilibrio geografico e tra diverse tipologie, di genere e di prezzo, quello che però è ai nostri occhi più importante riguarda l’impatto che queste produzioni hanno avuto o stanno avendo nei rispettivi luoghi e, più in generale, nel plasmare il vino italiano contemporaneo. È certo che molti dei vini che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni siano non di rado legati a un approccio che guarda alla sostenibilità ambientale e a un sempre minore interventismo enologico ma, allo stesso tempo, sentiamo come nostra responsabilità restituire a chi ci legge realtà rappresentative, in alcuni casi fondamentali, per la storia e la cultura italiana.Un approccio che sappiamo non essere universalmente condiviso, anzi, e che nel corso dei mesi ha portato diverse persone
appassionate soprattutto di vini naturali a scriverci, lamentandosene. Ci piace pensare a Verticale come a un almanacco del vino italiano, riteniamo necessario informare senza tralasciare per questioni ideologiche aziende magari di grande interesse. È una questione di crescita culturale, la nostra innanzitutto, che prende una forma circolare e sfumata, certamente non piramidale.
Il credito che nel tempo questo magazine indipendente si è guadagnato pensiamo sia dovuto proprio alla sua capacità di raccontare in modo peculiare aziende, luoghi, vini e la loro trasformazione nel tempo. Non è un caso che le nostre degustazioni inizino sempre dall’annata più vecchia, in termini di assaggio scelta a volte controintuitiva: la nostra volontà è anche quella di indagare il cammino che ha portato un produttore o una produttrice alle tante scelte che risiedono dietro la sua ultima annata. Molti quindi gli argomenti che ci interessa esplorare e la sfida è, ogni volta, riuscire a metterli nero su bianco attraverso punti di vista sempre personali e degustazioni che possano restituire al meglio il momento dell’assaggio con le tante riflessioni che questo fa scaturire.
Abbiamo voglia di essere curiosi, di scoprire, valutare, raccontare senza pregiudizi realtà anche lontane dalle nostre sensibilità, dai nostri personalissimi trascorsi. Questa è la vera conquista: riuscire a guardare al vino di qualità senza pregiudizi, con lo sguardo di chi sa quanto questo sia universo sfaccettato, composto a sua volta da mondi molto lontani. Mondi parimenti importanti, interessanti, stimolanti e appassionanti. Da qui emerge la trasversalità culturale di chi racconta: colleghe e colleghi da cui c’è sempre da imparare. Ci piace pensare che non essere etichettati come bevitori di queste o di quelle etichette sia un valore assoluto.
Jacopo Cossater, Matteo Gallello, Nelson Pari
VERTICALE SHOP
ACQUISTA IL NUMERO 5
15 €
Spedizione in tutto il mondo, in Italia sia gratuita che con corriere espresso
In questo numero le verticali complete di:
. Koi, Illusione
. Tenuta Argentiera, Bolgheri Superiore Argentiera
. Barraco, Pignatello
. Valfaccenda, Roero
. Monte di Grazia, Monte di Grazia Bianco
. Raína, Campo di Colonnello
Hanno collaborato a questo numero: Francesco Abate, Greta Bertoli, Helen Bezane, Antonio Boco, Mauro Erro, Francesca Granelli, Gianmarco Martinelli, Federico Moccia, Alessandro Morichetti, Fabio Pracchia, Marcello Righi, Divina Vitale