Le note di degustazione sono morte, viva le note di degustazione!
Questa potrebbe essere, in estrema sintesi, la formula in grado di restituire la novità più importante del numero di Verticale che avete tra le mani: dopo diciotto mesi e tre numeri abbiamo deciso di non riportare più le impressioni scritte da noi e dai nostri “compagni di assaggio”. D’ora in poi metteremo su carta il flusso vivo delle nostre degustazioni, la trascrizione necessariamente ridotta ma fedele dei dialoghi che accompagnano le verticali.
Non è stata un’idea solo nostra. Nel confronto con le lettrici e i lettori, in particolare negli ultimi mesi, è emersa una certa difficoltà nell’affrontare molte pagine un po’ troppo simili tra loro, proprio quelle relative alla descrizione dei vini, specie per le degustazioni più estese. Abbiamo ammesso a noi stessi che sarebbe stato necessario ripensarne la narrazione, un cambiamento che abbiamo subito testato nella nostra newsletter mensile, quella che le abbonate e gli abbonati ricevono il primo giorno di ogni mese. Era il primo gennaio di quest’anno, oggetto di quel focus il Cesanese di Olevano Romano Cirsium di Damiano Ciolli, seguito da quello sul Chianti Classico Riserva di Pomona e altri ancora. Il riscontro è stato pressoché unanime sulla preferenza per quei dialoghi, utili tanto a comprendere i vini quanto a far rivivere l’interazione durante l’assaggio.
In questo numero troverete qualche profumo in meno ma, di certo, più dinamismo, quell’elemento che qualifica uno scambio anche animato tra persone appassionate. Da parte nostra c’è stato un maggiore sforzo editoriale, che comincia dalla trascrizione degli audio e che si conclude con la loro sintesi. La conversazione che accompagna ogni assaggio, infatti, deve rimanere intatta ma, allo stesso tempo, essere leggibile. Solo in questo modo l’anima di questo progetto rimane inalterata: raccontare com’è un vino nel bicchiere attraverso le vicende che ne hanno caratterizzato la genesi.
Certamente non è mutato il principio alla base del magazine, la polifonia delle voci. Ma c’è di più: il dialogo apre riflessioni inattese, tutto si amplifica, il fatto di essere (o non essere) d’accordo ha bisogno di motivazioni. Inoltre, come noterete nelle pagine della rivista, l’intervento del produttore è aperto. È presente e quindi interagisce con noi, aspetto che in precedenza emergeva in maniera meno netta. Non solo: dall’assaggio di una specifica annata e quindi da un eventuale cambiamento in fase di vinificazione può scaturire una discussione sull’uso dei legni, sul significato della decantazione, sulla storia dei territori e delle comunità che li abitano, fino a confronti più generali sulle proprie esperienze di degustazione.
Alla luce di questo cambiamento, sostanziale e necessario, in cui crediamo molto, è stato naturale interrogarsi sul senso stesso delle classiche note di degustazione. Servono? Se sì, quando? Ci siamo convinti che no, in diversi casi le note di degustazione sono un esercizio di stile utile a definire più la persona che le ha redatte che le caratteristiche di un vino. È raro, abbiamo notato, che dalla singola nota emergano in maniera chiara le peculiarità di un vino, specie quando non accompagnate da un punteggio. Per questo motivo all’inizio ne riportavamo sempre tre: tutte insieme, nella loro diversità stilistica, riuscivano – pensavamo – a comporre un mosaico di maggiore utilità per chi poi ne fruiva.
Ci siamo tuttavia convinti del fatto che gli appunti elaborati in separata sede sono poco adatti al carattere di Verticale: proprio nella vitalità delle opinioni il dialogo risulta efficace. Il nostro desiderio è che la rivista continui ad avere una funzione di futura memoria e, allo stesso tempo, che possa raccontare con ancora più chiarezza le nostre idee, i nostri diversi approcci.
Jacopo Cossater, Matteo Gallello, Nelson Pari
VERTICALE SHOP
ACQUISTA IL NUMERO 3
15 €
Spedizione in tutto il mondo, in Italia sia gratuita che con corriere espresso
In questo numero le verticali complete di:
. Stefano Amerighi, Cortona Syrah Apice
. La Staffa, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Rincrocca
. Giuseppe Sedilesu, Cannonau di Sardegna Mamuthone
. Abraham, Pinot Bianco In der Låmm
. Marta Valpiani, Romagna Albana Madonna dei Fiori
. Elvio Cogno, Barolo Ravera Bricco Pernice
Hanno collaborato a questo numero: Marco Delugas, Jacopo Dosio, Federico Moccia, Alessandro Morichetti, Viola Pignati, Patrizia Poli, Federica Randazzo, Pierpaolo Rastelli, Maurizio Silvestri, Giovanni Solaroli, Gregor Wenter